Claudia Formiconi
Articolo Gregory Corso - La Beat Generation

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22 Gennaio 2013
Gregory Corso - La Beat Generation


Gregory Corso (Gregorio Nunzio Corso) nasce a New York il 26 marzo del 1930 da genitori molto giovani, di origine italiana.

Il poeta più genuino della beat generation, che lo stesso Allen Ginsberg definì “un solitario, ridicolamente ignorato dai patri allori, divino Poeta Maledetto”.

Infatti Corso, l’artista senza regole per antonomasia, riteneva che il poeta vero è tale proprio perché riluttante e acerrimo nemico dei compromessi.    

Nella sua sensibilità poetica, il tema del dolore, come sofferenza personale e altrui, soprattutto, porta a quell’estraniamento, dettato dal suo j’accuse nei confronti delle convenzioni sociali e dell'ipocrisia.

Una poesia densa, dai toni fortemente ironici e autoironici, dove però è sempre sottesa la nostalgia, la malinconia, e dove il dramma del dolore, al contrario dell’accezione più banale, assurge a funzione quasi catartica, in quanto dà all’artista-uomo quella carica necessaria atta ad esorcizzare e a ribaltare quello status quo opprimente. Una sorta di riscatto, dunque, conquistato attraverso uno scatto d’orgoglio dettato prepotentemente da quella voglia incoercibile di libertà e creatività artistica personale.        

Gregory Corso muore l’11 gennaio del 2001. Le sue ceneri, verranno tumulate al Cimitero Acattolico di Roma, per suo espresso volere, accanto ai suoi amati poeti inglesi Keats e Shelley. Ecco due sue poesie “Suicidio a Greenwich Village” e “Spirito” (versi riportati sulla sua lapide mortuaria)   

 

Ricordando gli anni del riformatorio e del carcere egli stesso dice:

“a volte anche l'inferno è un buon posto, se serve a dimostrare con la sua esistenza che deve esistere anche il suo contrario, cioè il paradiso. E cos'è questo paradiso? La poesia”.

 

Spirito          

 

Spirito

è Vita

Scorre attraverso

la mia morte

incessantemente

come un fiume

che non ha paura

di diventare

mare.

 

 

Suicidio a Greenwich Village

Braccia spalancate

mani schiacciate sugli stipiti della finestra

Lei guarda giù

Pensa a Bartok, Van Gogh

E alle vignette del New Yorker

Cade

La portano via con un Daily News sulla faccia

E un negoziante getta acqua calda sul marciapiede

 

da Poesie (Mindfield, Campo Mentale), Newton Compton Editori, Roma.

 

 

 

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© Claudia Formiconi
webdescign Filippo Brunelli claudia formiconi articoli articolo https://claudiaformiconi.it/articolo.aspx?id=31
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