Claudia Formiconi
Tramonti
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© Claudia Formiconi
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Filippo Brunelli
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Claudia Formiconi è nata a Roma. Ha collaborato con il nuovo Giornale dei Poeti, Silarus, Alla Bottega, e altre riviste letterarie.
Ha lavorato in Rai. Scrive su culturadesso.it, l'ideale.info, come critico artistico-letterario e dove cura le rubriche Introspezioni che tratta di poesia, e CineCult. Contrasti, Bastogi Editrice Italiana, 2013 (collana Il Liocorno), è la sua prima raccolta di versi, edita nel 2013 e Scrivo versi nudi, Edizioni BastogiLibri, Roma, 2016
"Ho letto con molto piacere e ammirata partecipazione la Sua raccolta di versi, singolari e suasivi per rapido e incisivo ritmo. La sua poesia ha al centro uno splendido slancio d'amore, e, intorno, essenziali visioni, riflessioni, memorie rese indimenticabili in forza di immagini e metafore del tutto originali. Ella ha saputo davvero reinventare il discorso amoroso."
Giorgio Bàrberi Squarotti
Scrivo versi nudi di Claudia Formiconi
La seconda raccolta della poetessa Claudia Formiconi ha come prima connotazione un filo conduttore che la lega direttamente alla prima raccolta, fatto che a mio modesto parere rappresenta una sorta di testimonianza che i pensieri cardine della poetessa rimangono invariati, cambiano (come è giusto che sia) le angolazioni dalle quali nascono questi versi. Se nella prima raccolta il pathos del lettore spesso accendeva sogni e desideri troppo spesso etichettati come proibiti, dove Claudia ha con elegante irriverenza giocato, nella seconda raccolta appare evidente che il sacro fuoco sia sempre il tema dominante, ma circondato di un afflato più controllato, dove affiorino anche paure, timori presenti, che lei con la consueta raffinata scrittura, esula come condizione necessaria per vivere appieno la propria femminilità.
Un'altra caratteristica di questi versi è che viaggiano su uno spazio temporale binario, parlando di passato e di presente evitando volontariamente il futuro, quasi fosse un ramo della vita che compete in esclusiva al caos, ovvero quella teoria accettata solamente da chi vive in modo carnale ma mai morboso il presente, impreziosito dalle esperienze passate.
Il comune denominatore come già detto è sempre l'Eros, visto non come peccato ma come quel bisogno che appaga i sensi, che sia l'anello che manca di Montaliana esperienza.
In questo frangente Claudia non rinuncia alla femminilità della donna, non come merce ma come estensione dei sensi, quasi a voler se mi è consentito, "rivedere" l'antenna di William Blake, antenna che riduce la distanza tra realtà e visione.
Il connubio con la natura più nascosta ad occhi disattenti è presente, quasi palpabile, nelle metafore, nelle similitudini, in quegli angoli di vita non accessibili agli occhi di chi non riesce a scendere nella profondità del vivere.