Claudia Formiconi Blog 5 Agosto 2017 Cinema Cult - Ultimo tango a Parigi, il capolavoro di Bernardo Bertolucci

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5 Agosto 2017
Cinema Cult - Ultimo tango a Parigi, il capolavoro di Bernardo Bertolucci


Ultimo tango a Parigi è un film del 1972 diretto da Bernardo Bertolucci. La sceneggiatura è di Bernardo Bertolucci, Franco Arcalli e Agnès Varda. Gli interpreti principali sono Marlon Brando e Maria Schneider. La scenografia è di Ferdinando Scarfiotti. La fotografia è di Vittorio Storaro. Il montaggio di Franco Arcalli. Le musiche di Gato Barbieri.

E' la drammatica vicenda di Paul, un maturo e affascinate americano trapiantato a Parigi, e di Jeanne, un'attrice in erba, una spensierata ed esuberante ragazza di vent'anni, fidanzata con il suo giovane regista.
I due s'incontrano, per caso, in un vecchio appartamento in rue Jules Verne. Il luogo, che diverrà scenario di un menage già preannunciatosi complicato, è l'alcova perfetta per una intensa relazione all'insegna del sesso puro, ma che, nel corso del tempo, vedrà i due intepreti inconsapevolmente sempre più coinvolti, e dove aleggia, per certi aspetti e sfumature,  il fantasma di un pericolo imminente. Un appartamento preso in affitto da entrambi, per mero gioco erotico-sessuale, spoglio, impersonale, proprio come la storia dei due amanti che, infatti, consumano, sin dal primo incontro, un amplesso sessuale, senza neanche conoscersi. I due non sanno neppure il loro nome, per volere di entrambi.
 
Paul, rimasto vedovo di Rosa morta suicida da poco, è un uomo in piena crisi, disperato e confuso, che per esorcizzare il lutto, la condizione della morte, si butta tra le braccia di Jeanne, fonte simbolica di giovinezza e delle pulsioni vitali.
L'eros-vita che si fa strada cercando di prevalere su Thanatos simbolo di morte. Così, in un continuo rimando da amplessi intensi, a tratti, nel tempo, anche affettuosi, a forti slanci erotici, laddove non trovano spazio i sentimenti che, anzi, vengono soffocati, e dall'apoteosi dei sensi all'iconoclastia di essi, solo per la colpa e, soprattutto, per paura che possano essere inficiati dall'amore, si profila la convulsa sequenza di eventi scabri in tutta la loro drammaticità. Tra il rincorrersi e il lasciarsi, il rifiuto e l'attrazione fatale, nella famosa scena che vede i due amanti travolti dalla passione insidiosa del tango, quell'ultimo tango, consumato in una quallida sala da ballo, c'è tutto il preludio alla tragedia finale. E' accaduto ciò che non sarebbe dovuto succedere: l'amore, l'unica via salvifica, probabile. 
 
Paul dichiara a Jeanne di essersi perdutamente innamorato di lei, ed è disposto ad iniziare una storia seria,  ma la mente della giovane amante, ormai esasperata, probabimlente anche impreparata all'evolversi della situazione, e che non sta più a quel gioco ossessivo, percepisce quella dichiarazione come una furia  devastante. Lei ucciderà, delirante, il suo amante, con un colpo di pistola, subito dopo che  questi  gli rivela il suo nome.   
Ultimo tango a Parigi è a immagine e somiglianza di Marlon Brando. Senza di lui, probabilmente, non sarebbe stato lo stesso, tanta la recitazione così abilmente a braccio, come se Paul si fosse calato nel ruolo naturale di Marlon, regista di se stesso. 
La pellicola, sottoposta a dura ed annosa censura, ebbe dal 1973 un iter legale devastante, tanto che il 29 gennaio del '76 un giudice ne ordina la distruzione, dichiarando che il film  altro non è  che un "esasperato pansessualismo fine a se stesso". Non da meno anche la vicenda personale del regista, che per 5 anni si è visto negare i diritti politici.
Ripagherà il tutto, riabilitando il drammatico film  di Bernardo Bertolucci, l'archiviazione della censura nel 1987, che ritenne  il film, a pieno merito, un capolavoro ad alto contenuto drammatico, con questa motivazione  "Amore e morte, sesso e distruzione, piacere e crisi, sono i temi che fanno di Ultimo tango a Parigi un film con piena dignità di opera d’arte".     
 
Paul: – Perché hai frugato nella mia giacca? – 
Jeanne: – Per sapere qualcosa di te – 
Paul: – Se vuoi sapere qualcosa di più fruga dentro il mio slip. –“
 
Fotogramma del film

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© Claudia Formiconi
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Claudia Formiconi è nata a Roma. Ha collaborato con il Nuovo Giornale dei Poeti, Silarus, Alla Bottega, e altre riviste letterarie. Ha lavorato in Rai. Scrive su culturadesso.it, l'ideale.info, come critico artistico-letterario e dove cura le rubriche Introspezioni che tratta di poesia, e CineCult. Contrasti, Bastogi Editrice Italiana, 2013 (collana Il Liocorno), è la sua prima raccolta di versi, edita nel 2013 e Scrivo versi nudi, Edizioni BastogiLibri, Roma, 2016