Claudia Formiconi
Articolo William Blake - Un mistico libero pensatore

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23 Settembre 2013
William Blake - Un mistico libero pensatore


William Blake ( 1757 – 1827 ) è stato uno scrittore, un poeta, un incisore e pittore inglese.

Artista stravagante a tutto tondo, erroneamente, per molto tempo, la sua eclettica attività artistica è stata analizzata separatamente. I suoi versi profetici, talvolta onirici e la sua pittura molto suggestiva, hanno dato l'input a forme di poetica come le arti visive, divenute negli anni fonte d'ispirazione per molti artisti. Da sempre considerato un fantastico visionario egli era solito sostenere che il concetto d'immaginazione non è avulso dall'esistenza dell'uomo ma anzi è l'esistenza umana stessa e non un mero stato mentale; e che l'uomo stesso può anelare per elezione a superare tutti quei limiti dettati dai cinque sensi “ Se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all'uomo come in effetti è, infinito”. – L'arte è l'albero della vita – diceva, e solo da essa è possibile attingere nutrimento per il corpo e per l'anima. La potenza poetica prorompente, ammantata di romanticismo incipiente, nei versi de La tigre, ci fa percepire il temperamento fortemente tumultuoso del poeta inglese che con ritmo incalzante ci narra, attraverso le fattezze perfette del felino, in tutta la sua fierezza, il prodigio della coabitazione di due entità agli antipodi, quali la tigre e l'agnello il suo contrario. Quell'eterno contrasto, il dualismo filosofico tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte, inscindibili e necessarie, laddove l'una convalida l'altra. Solo Dio, attraverso la sua perfezione, è l'unico in grado di poter creare l'ossimoro esistenziale, quello cioè tra degli esseri aggressivi e malvagi “Tigre! Tigre! Divampante fulgore (...) Quale fu l'immortale mano o l’occhio/Ch'ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?” e di quella stessa mano che creò anche gli esseri miti e inoffensivi “Chi l’Agnello creò, creò anche te?”.

Credente convinto ma poco incline all'ortodossia religiosa, il mistico William Blake, libero pensatore, aveva una visione tutta sua, molto distante dalla chiesa anglicana del tempo. Infatti per il Poeta, l'ortodossia cristiana era pericolosa in quanto limitante nell'aspirazione dei bisogni terreni dell'uomo, della libertà e della gioia: “E i Preti in vesti nere vi giravano attorno,/e incatenavano con rovi le mie gioie e i miei desideri” (Il Giardino dell'Amore).

Tutto ciò che vincola l'uomo, quindi, così come nella religione, secondo l'etimo latino religare (legare), ha funzione castrante e preconcetta, cosicché “Le prigioni sono costruite con le pietre della legge, i bordelli con i mattoni della religione”.

Azzerando tutti i vincoli e votandosi alla totale apertura mentale William Blake, varca ogni limite possibile, “Chi lega a sé gioia/distrugge la vita alata;”, stagliandosi nell'eternità assoluta “ma chi bacia la gioia in volo/vive nell'alba dell'eternità”.

 

La Tigre

Tigre! Tigre! Divampante fulgore

Nelle foreste della notte,

Quale fu l'immortale mano o l’occhio

Ch'ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?

In quali abissi o in quali cieli

Accese il fuoco dei tuoi occhi?

Sopra quali ali osa slanciarsi?

E quale mano afferra il fuoco?

Quali spalle, quale arte

Poté torcerti i tendini del cuore?

E quando il tuo cuore ebbe il primo palpito,

Quale tremenda mano? Quale tremendo piede?

Quale mazza e quale catena?

Il tuo cervello fu in quale fornace?

E quale incudine?

Quale morsa robusta osò serrarne i terrori funesti?

Mentre gli astri perdevano le lance tirandole alla terra

e il paradiso empivano di pianti?

Fu nel sorriso che ebbe osservando compiuto il suo lavoro,

Chi l’Agnello creò, creò anche te?

Tigre! Tigre! Divampante fulgore

Nelle foreste della notte,

Quale mano, quale immortale spia

Osa formare la tua agghiacciante simmetria?

(traduzione di Giuseppe Ungaretti)

 

 

Il Giardino dell'Amore

Sono andato al Giardino dell'Amore, 
E ho visto ciò che non avevo mai visto: 
Una Cappella era costruita nel centro, 
Nel luogo in cui io ero solito giocare sull'erba (verde). 

E i cancelli di questa Cappella erano chiusi, 
E "Tu non devi" era scritto sull'ingresso; 
Così sono tornato al Giardino dell'Amore 
Che è fecondo di così tanti e dolci fiori; 

E ho visto che era pieno di tombe, 
E pietre sepolcrali dove avrebbero dovuto esserci fiori, 
E Preti in vesti nere vi giravano attorno, 
E incatenavano con rovi le mie gioie e i miei desideri.

 

 

Eternità

Chi lega a sé gioia

distrugge la vita alata;

ma chi bacia la gioia in volo

vive nell'alba dell'eternità.

 

 

 

 

 
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