Anne Sexton (1928 - 1974) è stata una poetessa e scrittrice statunitense, e capostipite della poesia confessionale, il movimento letterario americano vigente tra gli anni '50 e '60. La sua poesia assurge a inno di liberazione femminile da quella retriva mentalità della società borghese benpensante dell'America puritana di quegli anni, un'icona per le donne che fino ad allora non avevano avuto o non potevano aver voce. Una veste troppo stretta da indossare, per la progressista poetessa, quella della figura della donna stereotipata che la società del tempo esigeva, tutta casa, figli e convenzioni da rispettare alla lettera.
Anne Sexton, raffinata intellettuale, creatura ingenua e scabrosa, lucida nella suo delirio mentale e consapevole del suo fascino “una donna che scrive è troppo sensibile e sensuale”, lungimirante nelle sue previsioni “quali estasi e portenti!” guardava oltre la patinata immagine, “Le nostre mani sono azzurre e gentili/gli occhi pieni di tremende confessioni”.
Affetta da gravi disturbi di bipolarismo, e in preda a frequenti crisi depressive, Anne tra reiterati ricoveri, l'alcolismo, il divorzio e copiose relazioni sentimentali, troverà conforto nella scrittura, come terapia, quale unica via salvifica possibile. Poesia scolpita con potenza e capace di elevare anche il sesso e tutte le tematiche ad esso legate oltre ogni becera convenzione peccaminosa, dove versi come “la tua lingua metà oceano, metà cioccolata” preludono ad un amplesso, dolce e impetuoso e di quell'accedere dell'uomo nell'intimo della donna-femmina in modo estremamente naturale “alle case dove entri con disinvoltura” che è fatto di intenti comuni, di un percorso erotico-catartico condiviso “come rosicchiamo la barriera perché siamo in due”, sublimando il tutto con il rituale di comunione totale “Come vieni e afferri la coppa di sangue/mi ricompatti e bevi la mia acqua salata” mentre si consuma il percorso della rivelazione degli esseri, nudi l'uno di fronte l'altra, corpo ed anima “Ci siamo denudati fino all'osso/e insieme nuotando risaliamo il fiume” l'identico percorso, quello dell'abbandono totale nel momento del possesso che li terrà uniti, perché ”nessuno è solo”. Nel 1967 le viene assegnato il Premio Pulitzer. Morirà suicida a 46 anni.
11 Dicembre
Poi a letto penso a te,
la tua lingua meta’ oceano, meta’ cioccolata,
alle case dove entri con disinvoltura,
ai tuoi capelli di lana d’acciaio,
alle tue mani ostinate e
come rosicchiamo la barriera perché siamo due.
Come vieni e afferri la coppa di sangue,
mi ricompatti e bevi la mia acqua salata.
Siamo nudi. Ci siamo denudati fino all’osso
e insieme nuotando risaliamo
il fiume, l’identico fiume chiamato Possesso
e si profonda. Nessuno e’ solo.
(traduzione di Rosaria Lo Russo)
Magia nera
Una donna che scrive è troppo sensibile e sensuale,
quali estasi e portenti!
Come se mestrui bimbi ed isole
non fossero abbastanza, come se iettatori e
pettegoli
e ortaggi non fossero abbastanza.
Crede di poter prevedere gli astri.
Nell'essenza una scrittrice è una spia.
Amore mio, così io son ragazza.
Un uomo che scrive è troppo colto e celebrare,
quali fatture e feticci!
Come se erezioni congressi e merci
non fossero abbastanza; come se macchine galeoni
e guerre non fossero già abbastanza.
Come un mobile usato costruisce un albero.
Nell'essenza uno scrittore è un ladro.
Amore mio, tu maschio sei così.
Mai amando noi stessi,
odiando anche le nostre scarpe, i nostri cappelli,
ci amiamo preziosa, prezioso.
Le nostre mani sono azzurre e gentili,
gli occhi pieni di tremende confessioni.
Ma quando ci sposiamo
ci abbandoniamo ai figli, disgustati.
Il cibo è troppo e nessuno è restato
a mangiare l'estrosa abbondanza.