Ho rubato al mare in tempesta
procelle che fanno impazzire le rotte,
ho attraccato il mio corpo ai fondali corallini
per arpionare le mie costole ai frutti salmastri,
che si schiudono al piacere delle correnti.
Fendo le acque come scheggia ribelle,
apro gli occhi avidi della vita
Esisto
attraverso il mio corpo,
tra orgasmi di dolore e di gioia.